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Omertà e bugie

Quando si parla di omertà, si intende la “forma di solidarietà tra consociati, volta alla copertura di condotte delittuose, celando l’identità di chi ha commesso un reato o comunque tacendo circostanze utili alle indagini dell’autorità giudiziaria”. (Oxford Languages) 

Solitamente questa prassi viene attribuita alla camorra, ma non é ovviamente limitata alla malavita meridionale. Si intende anche, sotto questa nozione, la legge del silenzio, per cui si doveva mantenere il silenzio sul nome dell’autore di un delitto affinché questi non fosse colpito dalle leggi dello stato. Essa consiste nell’astenersi volutamente da accuse, denunce, testimonianze, o anche da qualsiasi giudizio nei confronti di determinate persone.

Bugia, invece, é la distorsione della verità, consuetudine ormai di larga usanza nella politica internazionale e nazionale. Gli esempi sono così numerosi, che non occorre citare dei casi. 

Sia omertà che bugia sono abilmente praticate anche dalla Chiesa cattolica. La giustificazione spudorata é che la fama impeccabile della chiesa non deve essere macchiata. Si tollerano i crimini di singoli, che sono numerosi e non si ammettono, ma mai che la santa chiesa cattolica sia colpevole di un comportamento immorale. 

Il sommo principio dei timonieri della Chiesa cattolica non é la morale o la fede, bensì la distorsione radicata del mantenimento del potere, che si corrobora con la tesi propagandistica che questa organizzazione sia impeccabile, santa, inviolabile e infallibile. Per salvaguardare questa affermazione ipocrita e bugiarda, i condottieri della chiesa sono sempre impegnati a coprire le trasgressioni dei loro funzionari.

Ma andiamo con ordine: nel 1962 il Santo Uffizio nel Vaticano ha emesso un  documento con il titolo “Crimen Sollicitationis” riguardante la pedofilia. Il documento fu classato nell’archivio segreto della curia, con l’esplicita proibizione di pubblicarne il contenuto sotto minaccia della scomunica. Scopo di questo decreto: tenere lontano dalla Chiesa qualsiasi ombra di scandalo. Un’istituzione santa non può essere macchiata da scandali …Il Papa Ratzinger, più interessato a nascondere che a eliminare la pedofilia, ha tolto la giurisprudenza alle diocesi e ha posto tutto sotto la sua propria giurisprudenza. Nella Chiesa Cattolica i tribunali apostolici diventano così le uniche istanze ad occuparsi di questa piaga. Sottolineo: nella Chiesa Cattolica, perché non significa che il resto del mondo riconosca questa esclusività. Ma i tirapiedi del Vaticano difendono l’ipocrisia. 

In occasione di un’intervista radiofonica, il Presidente centrale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, un certo Francesco D’Agostino, ha compiuto un notevole atto di contorsione mentale: ha ingiunto all’ONU di non ficcare il naso nelle vicende interne del Vaticano e ha insistito di non criticare l’occultamento degli atti di pedofilia compiuti dai preti, perché per gli uomini di chiesa il Vaticano applica già il Codice di Diritto Canonico. Ma guarda! Se un vile clericale americano, irlandese, australiano o italiano abusa dei bambini rimane il diritto dello Stato pontificio di scopare questa vigliaccheria sotto il tappeto! 

In fin dei conti c’è di mezzo il segreto confessionale, dice il giurista. Ma che atteggiamento infame! 

Dovrebbe ricordarsi che nella fattispecie non si tratta unicamente dei casi sussurrati nel confessionale, ma anche di quelli per i quali la Chiesa, confrontata con questi fatti, ha preferito pagare il silenzio con un risarcimento alle vittime, evitando così la messa al bando dei suoi pastori pedofili. 

Fuori dalle mura dello Stato Vaticano gli abusi sessuali sui bambini commessi dagli ecclesiastici cadono sotto la giurisdizione dei rispettivi paesi dove la trasgressione è avvenuta. Tuttavia sembra che per questi servitori di una superstizione pretenziosa, l’ipocrita omertà dei prelati sia incontestabile. “Questo non può essere capito dai non cattolici” dice il saggio D’Agostino. Secondo me, invece, anche molti cattolici non lo capiscono. Soprattutto quelli che si scandalizzano quando leggono che qualche islamista fanatico pretende di giudicare i suoi fratelli e le sue sorelle secondo la legge della sharia anche alle nostre latitudini. Fondamentalmente il D’Agostino sostiene la stessa dogmatica linea di giudizio. E la chiesa, invece di sradicare l’abuso su bambini e giovani e separarsi dei malfattori, li sposta in altre funzioni (lingue biforcute chiamano questo procedimento ecclesiastico “cadere a testa alta”). Lì, come é prevedibile, questi continuano ad abusare dei minorenni. O peggio ancora! Recentemente in Portogallo sono stati resi pubblici i risultati di un’inchiesta, che ha rilevato una cifra spaventosa di abusi commessi da preti: quasi 5’000 vittime di pedofilia sono stati identificate. 

L’omertà nella chiesa cattolica non si limita ai casi di pedofilia. Numerosi “fatti misteriosi” cadono sotto la legge del silenzio. Forse la più nota é il caso Emanuela Orlandi. La vasta documentazione rivela un comportamento irritante del Vaticano. Oppure guardiamo a Tuam, in Irlanda, dove furono trovati centinaia di cadaveri di bambini. No, non erano in un campo di concentramento o qualcosa di simile. Erano sul terreno di un ospizio cattolico amministrato da religiose. Quasi 800 neonati, intendiamoci Signor D’Agostino! E il Vaticano come ha reagito? Si potrebbe pensare, che fu ordinata un’investigazione sull’accaduto. Macché!! Papa Francesco si é scusato in modo generale per i crimini della Chiesa commessi in Irlanda, ma non specificatamente per questo tristissimo fenomeno. Insomma: molto meglio non svegliare cane che dorme! Sono inutili ulteriori commenti. 

Ratzinger avrebbe dovuto essere processato, come cercava di farlo il giurista americano Daniel Shea. Il popolo ingenuo dei fedeli, invece, durante  il suo funerale scandiva una richiesta che ultimamente diventa moda quando un papa viene a commiato: “santo subito”. 

Con la sua falsità Ratzinger ha recato danni enormi all’umanità. Il suo esempio ha presto trovato degli imitatori. Forse il più famoso di questi è stato il cardinale George Pell, in Australia, recentemente scomparso. Il suo nome era abbinato a occultamento e fallimento. Condannato per aver abusato sessualmente di alcuni giovani, ha scontato una pena e rinchiuso in prigione per 405 giorni. In un processo di revisione fu assolto, ma non riabilitato per l’opinione pubblica. Ha dimostrato una “solidarietà sacerdotale”, come lo giustificava Pell, congiuntamente a Gerald Ridsdale, che per decenni ha violentato dozzine di bambini. È stato uno dei fautori degli indennizzi monetari alle vittime di abusi sessuali, minorenni, compiuti dai preti. Tuttavia … in forma camuffata! Così poteva evitare un’ammissione di colpa da parte di membri della chiesa cattolica. Agire che ha privilegiato il buon nome della Chiesa al bene dei minorenni, ai quali é stato recato un danno irreparabile,  a conferma dell’atteggiamento ipocrita del Vaticano. Non sorprende quindi che Pell avesse un’influenza notevole su Joseph Ratzinger, del quale divenne uno strettissimo consulente. Papa Francesco lo ha promosso in cima della Curia!